Marco Giallini, Loredana e la più bella dichiarazione d’amore di sempre

Altra Puntina da condividere, la seconda di tre.

Ve l’ho detto, non è detto, non è obbligatorio, non è giusto che Ferragosto – persino sui social – sia fatto solo di leggerezza, di cazzeggio, di selfie egoriferiti e di storie da condividere con la propria bolla sociale.

E quindi, proprio perchè qui amiamo andare in direzione ostinata e contraria e – come ha opportunamente notato Eugenio Massolo ieri – la stragrande maggioranza di chi frequenta questa Comunità della Puntina condivide questi toni e questo modo di ragionare, continuiamo con questa serie di Puntine che non sono proprio estive o Ferragostane.

Ma che hanno dentro la Vita, nè più, nè meno.

Intendiamoci, non c’è niente di male nelle vacanze, nel divertimento o nella leggerezza, ci mancherebbe.

Ma esiste anche altro e proprio nei giorni di massima leggerezza è bellissimo perdersi nell’incantesimo di altre storie, di altre visioni, di altre emozioni.

Abbiamo iniziato durante le Olimpiadi raccontando storie di operai, di badanti, di ragazzi che avevano sofferto prima di gioire e abbiamo continuato con storie di emozioni teatrali, di Marco Baliani, di Igor Chierici, di Luca Cicolella, di Davide Enia e parlando dell’importanza dell’ascolto, tanto più decisiva di quella della parola egoriferita e dell’attenzione solo al proprio ombelico o giù di lì.

Oggi (e pure domani, in modo diverso) questa storia passa per l’amore.

Amore totale, assoluto, splendido.

Raccontato splendidamente da un signore che, solitamente, è abituato a farci ridere o, almeno, sorridere amaro, il migliore attore cinematografico italiano di oggi nel suo genere, Marco Giallini (gli altri a mio parere oggi sono Pierfrancesco Favino e Elio Germano).

Giallini qualche mese fa ha fatto un’intervista bellissima che mi sono ritagliato e che mi tengo e mi rileggo quando mi viene da lagnarmi, quando sento gente che si lamenta a vanvera, quando voglio sentire davvero una definizione di amore.

Perchè sono parole assolute, definitive, splendide.

E ogni volta che le leggo piango, emozionato e commosso.

E’ una storia che racconta spesso, Giallini, e che colpisce ancora di più perchè arriva dal mondo dello spettacolo, con un uomo bello, interessante, simpatico e a cui certamente non mancano possibilità.

E’ la storia della morte di sua moglie Loredana.

E non c’è niente di più bello che lasciare parlare lui e il suo cuore, come sempre è splendido lasciare parlare il cuore, perchè lì dentro c’è già tutto.

Basta saperlo ascoltare, basta volerlo ascoltare.

“Alla fine, io sto in lockdown da quando è morta Loredana. Quello è il momento in cui ho deciso di diventare popolare. Volevo dare una possibilità in più ai figli. Per anni ho fatto l’imbianchino, otto ore. E la sera, la scuola di teatro. Poi ho iniziato a portare il camion delle bibite, la mattina. Dopo, tornavo a casa, doccia, prendevo il mio Yamaha, andavo a scuola. Parcheggiavo contro il muro, non avevo manco il cavalletto e entravo, col chiodo, i capelli lunghi. Boom! Come ho fatto senza di lei? E che ne so, il dolore era troppo. Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni, poi capisci che morire è prassi. Non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze. Ma non sono l’unico a cui è successo. Fare a meno è questione di testa, anche fare a meno delle menti dei bimbi non più chiare, del loro pensiero: vorresti sapere che pensano il giorno della festa della mamma o quando spegni la tv e quello, a 5 anni, strilla: mamma mamma. Se mi sono più innamorato? Ma di chi? Ma perché? Innamorato ero di mia moglie. Per 27 anni, non ci siamo mai lasciati e non abbiamo mai litigato. Lei era la donna mia e io il suo uomo. Nel mondo, quante ce ne possono stare di persone per te? Una. Ogni tanto ci parlo ancora. Quando sto solo e qualcosa non va. Dico: Eh amore mio…”.

Ecco, semplicemente, io non ho mai trovato una dichiarazione più bella, più forte, più definitiva, di questa.

Se dovessi definire l’amore, come se fossi in un dizionario della lingua italiana, pubblicherei semplicemente questa frase di Marco Giallini, perchè qui dentro c’è tutto, tutto.

Comprese le storie bellissime che sono in qualche modo come quelle delle Olimpiadi: vuoi diventare il più grande attore italiano? Devi fare l’imbianchino, otto ore, impegnandoti e senza vergognarsene, con sudore e sangue. E la sera la scuola di teatro. Devi fare il camionista delle bibite.

La fatica, il lavoro, il sudore sono anch’esse Bellezza e questo non ce l’avranno mai quelli dei selfie, sempre e comunque, della vita facile, del dolore purchè sia quello degli altri.

Tutto questo mi piace condividerlo con cari amici della Comunità della Puntina, che è un mondo speciale, dove ci sono sensibilità straordinarie. E mi piace fare qualche dedica particolare: a Gabriella Mezzasalma per la sua sensibilità e la sua capacità di ascoltare, a Saba Wesser perchè è la persona migliore che io conosca e ci si può rivedere dopo dieci anni ma saremo ancora e sempre noi, a Graziella Marando perchè lei più di chiunque altro in questi giorni sta chiedendosi se è giusto che un giovane uomo di quarant’anni, esattamente come la moglie di Marco Giallini e che quindi può capire questa Puntina, proprio oggi, meglio di chiunque altro; a Josephine Hart per avermi insegnato che le sfumature della vita possono avere anche i colori più scuri e più cupi, ma non per questo hanno meno valore, anzi.

E, ovviamente, prima di concludere questo trittico di storie d’amore, dove per me c’è il senso della vita, con un altro racconto domani, mi piace ringraziare uno per uno tutti coloro che si sono emozionati con noi ieri raccontando il senso del dialogo (e dando appuntamento alle 21 di stasera con Showtime alla Piazza delle Feste del Porto Antico con Igor Chierici e Luca Cicolella) e dell’ascolto delle ragioni degli altri: Loredana Pizzorno, Beppe Aleo, Francesca Fassio che sta raccontando in questi giorni la forza dell’amore come nessun altro, Marusca Biagini, Loredana della Lucia, Luca Nanni, Luca Bocchiardo, Claudio Sgro, Francesca Giribone, Enrico Cimaschi, Giusy Moro, Elisabetta Palermo, Stefania Giribone, Marina Maurizio, Gianluca Colla, Ubaldo Borchi, Anna Maria Pispisa, Rossana Salvini, Margherita Savoini, Andrea Scuto, Gabri Massucco, Cristina Repetto, Luciano Borneto, Maurizio Romeo, Piero Consoli, Gianna Frusteri, Baccini Giuliano, Mara Piccinino, Diana Omboni, Eugenio Massolo, Enrico Carmagnani, Adele Longoni, Germana Bordino, Silvana Molfino, Daniela Toma, Francesco Griffero, Grazia Possenti e tantissimi altri.

E lasciatemi dire una cosa personalissima: non c’è niente di più bello di parlare d’amore.

Di scrivere d’amore.

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