La cultura come il pane/5 – Il libro di Andrea Del Ponte, il lato buono del lockdown

Vedete, se io scrivessi tutti i giorni di Covid farei più like.

Ne scrivo e ne scriverò ovviamente – e purtroppo moltissimo – perchè, come sapete, mi piace mettere dei punti (e delle Puntine) fermi rispetto a tanta spazzatura che gira in rete e sui social.

Ma penso che aver deciso di dedicare un’intera serie di Puntine alla cultura e a varie declinazioni di cultura valga più di migliaia e migliaia di like, perchè questa è una battaglia che va combattuta, senza risparmiarsi.

I lavoratori dello spettacolo, gli ultimi, i dimenticati, quelli che non salva nessuno se non si salvano da soli, quelli senza cassa integrazione, senza sostegni, quelli della manifestazione dei bauli in piazza del Duomo che è stato il punto più alto mai raggiunto in questi mesi, lontanissima da certe squallide manifestazioni negazioniste romane, e c’era Paola Donati e ha scritto cose bellissime Paolo Benvenuto.

E poi tutte le nostre stazioni: le due Puntine su Davide Livermore e il Teatro Nazionale e i due spettacoli di resistenza teatrale (e umana) proposti in questi giorni al Modena e al Duse; il Festival Incipit con Daniela Carrea e Susanna Grenzing Nash, straordinarie talent scout di PierPaolo Giampellegrini, autore dell’anno; lo straordinario Marco Baliani che la capacità di Daniela Ardini di scrivere i cartelloni nel migliore dei modi ha portato a Chiavari, esattamente come Daniela fece con Davide Enia, che è come dire il Padre e il Figlio.

E poi, nei prossimi giorni avremo recensioni e poi l’ultima tappa del viaggio nella peste firmato da Sergio Maifredi e dalla sua famiglia artistica e il racconto dei Rolli in versione mista, fisica e digitale, messo a punto nei giorni scorsi da Barbara Grosso e Giacomo Montanari.

Quindi, dicevo, parlare di cultura ti dà meno visibilità di altri discorsi, ma soprattutto la battaglia per i dimenticati, per i lavoratori dello spettacolo, per tutti coloro che lottano per regalarci Bellezza, a mio parere vale moltissimo.

E mi piace ringraziare e ricordare, uno per uno, tutti coloro che ci hanno regalato i loro commenti e la loro partecipazione a questo dibattito.

Una lista ancora provvisoria, ma che già mi inorgoglisce: Luca Cicolella, che mi sono dimenticato nei giorni scorsi e mi cospargo il capo di cenere, come nel più bello dei bar sotto il mare, Paola Donati, Bruno Resta, Paola Garbarino, Daniele Claudio Pellegrino Ba, Eva Cambiale e Alice Arcuri, quasi un’endiadi che ho imparato ad amare moltissimo, Leo Asi, Paolo Cornacchia, Davide Rossi, Laura Garassino, Donatella Ferraris, Antonella Cotta Ramusino, Marco Marchegiano, Stefano Briata, Massimo Lusuriello, Silvia Stella che fa sentire suoni di violini celesti in ogni sua parola, idea, fotografia e passione, Stefano Ratto, Susanna Grenzing Nash, Roberto Gugliotta, Gianluca Colla, Laura Filangieri, Caterina Lazzaro, Massimo Arduino, Chiara Pasetti, Cristiano Puccini, Daniela Ardini e Eugenio Massolo che è riuscito a stupirmi positivamente un’altra volta (e ce ne vuole) con la sua antica frequentazione con Marco Baliani.

Posso dirlo? Tutti benemeriti perchè hanno a cuore la cultura, la vita, la capacità di reazione al virus.

E poi ho un altro benemerito speciale di cui parlare oggi ed è Andrea Del Ponte che ieri ha presentato il suo ultimo libro “I Classici delle Sedici” che racconta la sua capacità di essere un manuale di resistenza umana già nella copertina: il sottotitolo è “…per non morir d’inedia al tempo del Coronavirus” ed ha in copertina una statua di Perseo in un parco pubblico di Liegi con il naso e la bocca coperti da una mascherina.

Dico subito che è un libro che consiglio a tutti, esattamente come il suo precedente, “Per le nostre radici – Carta di identità del latino”.

Persino la conferenza stampa di presentazione è avvenuta in un luogo perfetto, adeguato allo spirito del libro: la “Domus Culturae” di via Chiossone, splendida casa-museo, appena restaurata secondo tutti i dettami delle Belle Arti, grazie alla passione straordinaria di un farmacista come Rodolfo Vivaldi.

E quindi, subito, le coordinate per orientarsi e procurarsi questo libro: è autoprodotto dal professor Del Ponte e ordinabile su Amazon sia in versione cartacea che in versione ebook. E, per chi è di Genova o ha la fortuna di essere amico dell’autore, è possibile contattarlo anche direttamente per acquistarlo: tramite Messanger o alla mail septimius@alice.it.

Perchè, vedete, Del Ponte ha una caratteristica che io trovo straordinaria: è filologicamente perfetto, ma senza annoiare, come ha dimostrato anche nella serata inaugurale dei Dialoghi sulla rappresentazione di questa stagione (e ringrazio Max Valle per le fotografie, che gli ho allegramente scippato, tanto erano belle).

Del Ponte, che è presidente ligure del Centrum Latinitas Europae, una sorta di eccellenza mondiale degli amanti del latino, ha messo nel libro dieci testi di autori classici letti e commentati collettivamente – su una piattaforma on line, durante il lockdown – e ora riproposti tutti insieme, anche con gli interventi di alcuni dei partecipanti a quegli incontri.

Credo che non ci fosse modo migliore di occupare le ore centrali di quei lunghi pomeriggi in casa.

I temi non sono casuali: lotta contro la paura, desiderio di uscire di casa e di viaggiare, importanza della socializzazione, valore dei sentimenti, riscoperta della famiglia e delle sue radici, orgoglio di appartenere a una città come Genova e a una Nazione come l’Italia.

Plinio il Giovane con la dedica alla moglie Calpurnia e il racconto dell’amore coniugale; Seneca quasi come Papa Giovanni Paolo II “Non lasciatevi spaventare”; Plinio il Vecchio; Catullo; Orazio; Seneca con l’importanza di stare assieme; Simonide di Ceo; Francesco Petrarca con la versione latina di “Vedrai dunque una città potente, sul fianco di una pietrosa collina, superba d’uomini e di mura, che il suo aspetto stesso dichiara signora del mare” e Virgilio con le Georgiche.

La scelta dei brani, come sempre, è un gioiellino all’interno di un libro che è esso stesso un gioiello nella sua ideazione e la chicca assoluta di questa sorta di Circolo Pickwick è il testo presentato il giorno del Lunedì dell’Angelo.

Quel giorno Del Ponte ha scelto Plinio il Giovane, dalle Epistulae, “Una scampagnata classica nel giorno di Pasquetta”.

Ecco, uno che ha la capacità di scovare, raccontare e divulgare un testo simile per raccontare la Pasquetta è un genio.

Il libro vola così, altissimo.

Riuscendo pure a divertire e a far pensare.

Castigat ridendo mores. (Tanto per restare in tema).

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